martedì 8 aprile 2008

Un poquito de Borges...

"Ci sono parecchi futuri, migliaia di futuri differenti tra loro. Un futuro è poco, no? Ciascuno di noi pensa a un futuro differente.
La sola cosa che sappiamo è che il futuro sarà differente da noi.
Per esempio, ci interessiamo alla storia, alla scienza, alla geografia, alla vita dopo la morte, agli esseri dei vari pianeti.. ma tutto questo cambierà, ci si interesserà di altro.
Non si possono prevedere le cose né gli individui: ciascun individuo è differente, non credo sia prevedibile.
E la poesia è fatta di individui. Non di cose vaghe come la società, le città, i paesi: tutto ciò è troppo astratto.

Credo che la poesia sia atemporale e che non abbia niente a che fare con le epoche o con le circostanze. Un buon verso continua, no? È sempre un buon verso.
Flaubert la pensava allo stesso modo. Quando un verso è bello, perde la scuola, ha detto Flaubert. Sì: quando un verso è bello, c’è.
Poco importa che sia stato scritto questa mattina o da migliaia di anni. Be’, in un’altra lingua è diverso.
La poesia è qualcosa di eterno.
Come diceva Keats: A thing of Beauty in a Joy for ever, una cosa bella è una gioia per sempre.
Invece le circostanze sono solo contemporanee, storiche, nel senso più malinconico della parola.

Da giovani si vuole essere interessanti, o infelici, eroi da romanzo russo, eccetera, o il principe Amleto. Alla mia età no: ho perso la voglia di essere Amleto o Raskolnikov.

Joy delights in joy, è un bel verso scritto trecento anni fa.
Se cito il verso di un poeta persiano che dice: La luna è lo specchio del tempo, allora si pensa a quella cosa apparentemente fragile, bianca, perduta nel cielo: la luna, il tempo, il tempo che scorre senza inizio, mi sembra, senza fine. È una bella metafora, è stata scritta nel Medioevo da un poeta, in Persia. Ma ciò non ha nessuna importanza. Se una cosa è bella c’è, resta.


Tutto è fantastico. Il senso della vita è il sogno. L’ha detto Schopenhauer e l’ha detto Hume. Si è sentito che c’era un’intimità, un intimo legame tra i loro sogni e la vita. O piuttosto che la vita è una maniera del sogno. O che il sogno è una maniera della vita.

Sono tanti i mali attuali. Sono dovunque. Perfino nel mio Paese, che ha una storia breve, c’è il nazionalismo. È un male. Perché accentuare le nostre differenze e non accentuare le nostre affinità?

C’è un altro male, che è la disparità di distribuzione dei beni materiali e spirituali. Vale a dire che serve l’educazione. L’educazione e poi il fatto di giungere il più presto possibile a una cittadinanza planetaria: finché ci saranno Paesi, finché ci saranno frontiere, ci saranno discordia, guerra, rivalità. Credo, pertanto, che la massima speranza sarebbe di dimenticare la geografia politica, una delle scienze più pericolose. E di correggere quel male che ho segnalato, la disparità nella distribuzione della ricchezza e della povertà…

E poi conviene credere nella possibilità di creare il proprio avvenire, modificare il proprio avvenire. Questa è forse un’illusione, come un’illusione necessaria è il libero arbitrio. Ma per continuare a vivere dobbiamo credere nel libero arbitrio, dobbiamo fare piani per un futuro certamente incerto, e del quale l’unica cosa che sappiamo è che non potrà somigliare ai nostri sogni.
Intanto, facciamo tutto come se fossimo immortali"
(Jorge Luis Borges)

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