giovedì 2 dicembre 2010

martedì 9 marzo 2010

giovedì 4 febbraio 2010

giovedì 22 ottobre 2009

CIò IN CUI CREDO
di James Ballard

Credo nel potere che ha l'immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli. Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d'auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell'eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati. Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione. Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.

Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell'unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni. Credo nella morte del domani, nell'esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione. Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher edella principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.

Credo nella pazzia, nella verità dell'inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo. Credo nel nulla. Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta. Credo nell'impossibilità dell'esistenza, nell'umorismo delle montagne, nell'assurdità dell'elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell'aritmetica, negli intenti omicidi della logica. Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.

Credo nei voli, nell'eleganza dell'ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche. Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell'universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell'inesistenza dell'universo e nella noia dell'atomo. Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell'intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell'eleganza delle macchie d'olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell'aeroporto. Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.

Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka. Credo nei progettisti delle piramidi, dell'Empire State Building, del Fürerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island. Credo negli odori corporei della principessa Diana.Credo nei prossimi cinque minuti. Credo nella storia dei miei piedi. Credo nell'emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi. Credo nell'ansia, nella psicosi, nella disperazione. Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.

Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell'immaginazione. Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza. Credonell'alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell'esaurimento. Credo nel dolore. Credo nella disperazione. Credo in tutti i bambini. Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d'aeroporto. Credo a tutti i pretesti. Credo a tutte le ragioni. Credo a tutte le allucinazioni. Credo a tutta la rabbia. Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni. Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.

lunedì 12 ottobre 2009

Vivir Curiosa

http://munlight.wordpress.com/

Ya sea un impulso, ya sea algo grosero o sublime, o realmente el efecto de la educación de mis padres, lo cierto es que si, la curiosidad me impulsa a buscar la información y la interacción con mi ambiente natural y con otros seres de mi vecindad. Curiosidad divino tesoro.

La curiosidad requiere altas dosis de pasión. Es un gran motor.

Y no se salva nada ni nadie de esto. Solamente existen personas que la ignoran, que no pueden canalizar esta electricidad. El arte es una gran forma, el arte y todas sus formas mejor dicho.

Uno de mis talentos especiales es mi cuota de curiosidad sobre determinadas cosas, si, y las personas son casi lo principal que me genera curiosidad. No todas por supuesto. No todo sobre ellas, ya no.

Y quiero saber, quiero comprender, quiero curiosear en sus universos, encontré pocas mejores maneras de aprender.

Ahora sale en esta forma.

Cuando mi padre me regalo el libro “el principito”, me lo dedico pidiendome que “nunca pierda la capacidad de asombro” y no hay manera de no perder la capacidad de asombro que no sea manteniendo la curiosidad.
Siempre que me escuche: “la curiosidad mato al gato” me acorde de una viñeta de una historieta que no me acuerdo si fue “condorito” o “mafalda” donde el niño que había preguntado algo, al oir esa respuesta contesto: “ y que quería saber el gato”?. Siempre pensé que era lo mas lógico del mundo preguntar eso….que quería saber el gato? La curiosidad lo mato o se murio de curiosidad, o se murio por curioso? Que queria saber ese gato? Ja! Me divierte pensar en ese gato.

Que hay mas allá de la superficie? Raíces? Ideas? Sensaciones? Mentiras? Verdades? ganas? Sueños? Ansias? Pensamientos? Que hay?

No sale todo eso de alguna manera a la superficie? Sobre todo de las personas?Como todo en la naturaleza? Se gesta en un plano que no podemos ver y siempre algo pasa en la superficie?

Depende de cómo le de la luz a la superficie es como la vemos, depende del angulo. Hay cosas que se ven mejor a plena luz y hay cosas que realmente son mejores a la luz de las velas o la luna.

Como se choca la luz, como cambian los cielos cuando no hay edificios que emanan luz a las estrellas, como se ven las estrellas, las mismas en un cielo sin edificios, como otras que no se ven , si se ven cuando no hay luces artificiales alrededor.

A las personas también se las observa bajo diferentes luces. Nuestras luces. Las personas tambien cambian de luz. Y su superficie denota lo que tienen debajo de la piel. Y he descubierto que lo mejor igual es preguntar.


No se que queria saber el gato, lo que si se es lo que yo quiero saber. Y por las dudas voy a preguntar, porque no quiero morir de curiosidad, quiero vivir curiosa

Luna Palacios